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Nasce il Blog del Molleggiato...primo articolo tra le polemiche

Ultimo Aggiornamento: 02/04/2008 18:37
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Capoccia (di Ormond)

dal sito: www.celentano.it/presentazione_mondo/index.html

Cosa sta succedendo...


Da come vanno le cose nel mondo, mi sembra di capire che poco o nulla si potrà fare per evitare che questo "capolavoro sospeso nel cielo" scivoli definitivamente in un precipizio senza fine. Troppe sono le cose che surriscaldano il nostro Pianeta. E la cosa che più spaventa, è che nessuno, parlando in termini di nazioni, abbia la più pallida idea di come, o da che parte cominciare per creare, almeno come punto di partenza, uno spiffero refrigerante che inizi, sia pure in piccola parte, a raffreddare una zona, non del mondo, non di una nazione e neanche di una regione, ma di un piccolo paesino di campagna. Certo sarebbe solo un inizio, ma se fosse proprio questo il segreto che i politici cercano disperatamente per risollevare le sorti del Paese? E se fosse arrivato il momento di non ragionare più in termini di globalizzazione, di competizione con la Cina, l'Asia ma anche col resto dell'Europa e ci concentrassimo su quello che noi italiani abbiamo da vendere? Che non è poco se si pensa che il più bel diamante è la "bellezza".

E noi, nonostante gli scempi commessi finora, ne abbiamo ancora tanta di bellezza. Oltre a quelle naturali sopravissute al massacro perpetrato per decenni dai Comuni omicidi e dagli architetti megalomani, le cui teorie - come dichiarò sul Corriere della Sera del 25 Marzo 2008 il famoso teorico dell'architettura Nikos A. Salingaros - hanno come filo conduttore l'idea nazista di ristrutturare l'essere umano e i suoi spazi al di fuori della sua natura tradizionale e quindi della sua natura biologica, con l'intento di purgare le città da qualsiasi riferimento alla storia e alla natura umana - in altri termini, cancellare la nostra identità al punto da farci dimenticare chi siamo e da dove veniamo.

Tuttavia nonostante l'operazione delittuosa intrapresa dagli archi-carnefici contemporanei, abbiamo ancora in serbo una bellezza interiore che dobbiamo solo avere il coraggio di risvegliare, per mettere in atto quella che sarebbe la nuova rivoluzione economica. Ma dobbiamo fare presto, prima che questo angolo di "meraviglia" racchiuso ancora per poco dentro ognuno di noi, si addormenti definitivamente in un coma irreversibile nel quale ci stanno trascinando le nuove star dell'architettura, per intenderci, i vari Fuksas, Botta o quelli dei tre grattacieli, Libeskind, Isozaki e Hadid sull'ex Fiera di Milano. Allora sarà la fine. E il colpo di grazia è già in canna, pronto per la sua "gittata" finale sull'Expo, per il quale, mentre da una parte gioisco per la grande conquista fatta dall'Italia, dall'altra, il mio animo si adombra fortemente, sapendo da quali mani scaturiranno gli schizzo-frenici progetti per materializzare un opera che potrebbe veramente essere un messaggio per il mondo, se fosse dato in altre mani non inclini a speculazioni di stampo "sfigurativo". Potrebbe essere uno scambio tra Milano e il mondo. Un esposizione dove il Pianeta ci mostra i suoi oggetti e noi gli mostriamo l'Arte di una cultura milanese che simboleggi le caratteristiche di costruzione secondo lo stile, non Americano, cinese, tedesco o russo ma quello tipico lombardo del milleottocento. Utopia? Certo. Ma è l'unica ancora di salvezza nella quale, io voglio credere, che da qualche parte del mondo, sia nascosto il GERME di questa Rivoluzione impossibile.

Solo la BELLEZZA ci potrà salvare. La prima cosa da fare, quindi, è quello che sta facendo Rutelli: abbattere gli ecomostri, portatori di gravi e devastanti malattie che annichiliscono. Per chi è ignorante come me, annichilire significa distruggere, umiliare, togliere ogni volontà di reazione, annientare l'arte del pensiero. Grazie Francesco per la tua conquista, so quanto hai lottato per l'approvazione del tuo "Codice speciale anti ecomostri". Una svolta storica che segnerà l'inizio di un grande cambiamento. Ma le cose da abbattere sono tante. E una in particolare è quel senso malaticcio di decrepita vecchiaia che c'è nei giovani di oggi. Hanno smarrito la via del "fare" o meglio del "creare" che la si ritrova solo imparando un mestiere. E' proprio nell'abilità di fare un lavoro che si nobilità l'uomo. Mentre invece la loro unica ambizione è il guadagno facile con poco lavoro, se è possibile quasi niente, non importa quale, purché non ci si debba impegnare con la testa.

Ma tu, giovane che non sei altro!!! Quanto pensi di poter andare avanti così?... Fra un po', se non vorrai mangiare per terra, sarai costretto a costruirti un tavolo e tu non hai la minima idea di come si faccia. Per cui datti da fare perché i falegnami stanno scomparendo. E stanno scomparendo anche gli idraulici, i meccanici, i sarti, i muratori e persino il pane ti dovrai fare… Però… io non ti biasimo… in fin dei conti la colpa non è del tutto tua. Tu sei nato nel periodo dei quiz, dove l'incitamento al colpo di fortuna senza lavorare è all'ordine del giorno sui principali canali televisivi. Il primo passo da compiere dunque, se vuoi partecipare alla nuova rivoluzione, sarà quello di disertare tutti i programmi dove si "guadagna". Nel senso che non solo non bisogna fare la domanda per essere ammessi, ma non bisogna guardarli.

Perciò caro Walter, mi rivolgo a te prima che a Silvio. Per lui è più difficile mettere in pratica una politica che va contro il suo stesso "immobiliarismo". Già adesso, in nome dei più bisognosi, lo sentiamo parlare di apertura dei cantieri, e non è difficile immaginare lo sfacelo a cui andremmo incontro se vincesse lui. Ma se è vero come io credo fermamente che solo la bellezza ci può salvare, bisogna entrare nell'ordine di idee di abbattere le cose dove la bellezza non c'è… In altre parole bisogna restituire alle città l'identità perduta che per come erano fatte le case, piene di negozi e insegne luminose, pur essendo delle metropoli, non si perdeva il senso del paese. Un senso necessario per l'applicazione allo studio e ancora di più per un rapporto di apprendistato per i giovani che devono imparare un mestiere. E per invogliare giovani a imparare, è necessario che anche un laboratorio di apprendistato abbia la sua collocazione in un contesto artistico...

Ma voi parlate di lavoro, di precariato, di aumentare i salari, di Alitalia e a tal proposito non ho dubbi che "stavolta" Berlusconi sia sincero quando dice di voler formare una cordata per salvare l'Alitalia, certo non bisogna sottovalutare il fatto che per far volare gli aerei non basta comprarli, ci vuole una competenza almeno all'altezza dei loro voli. Ma voi parlate di tutte queste cose senza specificare quale sarà la direzione per ottenere ciò che promettete.
La sensazione che ho è che voi non abbiate ancora capito che la chiave del risorgimento sta nel coinvolgere la gente in questa nuova ricostruzione, dove la disoccupazione sarebbe annientata dal gran lavoro che ne verrebbe nel distruggere il brutto per ricostruire il BELLO! Tornerebbe a rifiorire l'artigianato di cui l'Italia vantava il 70% delle esportazioni.

La globalizzazione purtroppo ha ucciso i due punti vitali necessari alla vita quotidiana dell'uomo, senza i quali l'uomo va via via spegnendosi. Ha ucciso i punti di partenza e di arrivo di tutte le cose. Della vita e della morte e di quello che c'è fra la vita e la morte, unificando ogni cosa. Si è perso il punto di partenza da un quartiere per arrivare ad un altro. E quindi lo stacco necessario tra un centro abitato e un altro, perché tutto è paurosamente abitato senza "STACCO", da Milano a Pechino e questo ci crea stress e confusione. Insomma si è persa la piccola "avventura quotidiana" di passare da una piazza all'altra senza l'utilizzo di un'automobile. Si è persa infine l'idea del viaggio quotidiano su una bicicletta, per recarsi in una vecchia contrada, dove un giovane panettiere in competizione, non con l'Asia o col Brasile ma solo con i quartieri adiacenti, riesce a fare un pane più croccante. Ed è proprio la perdita di tutte queste piccole cose che sta causando, a mio parere, il crollo dell'economia mondiale.

Dobbiamo staccarci da tutto ciò che è grande perché è nel piccolo che ci ritroviamo, mentre nel grande ci perdiamo… Ben venga quindi l'avvento della tecnica poiché essa è un valore immenso per il progresso che DEVE andare avanti. Ma guai alla tecnica se il suo avanzamento va a minare la bellezza delle cose. E la bellezza delle cose è quell'arte impiegata nelle costruzioni del passato che, pur coi suoi cambiamenti, ha retto fino ai primi del 900. Cio non significa che recuperando un simile contesto che naturalmente dovrà essere di base, non possa coesistere un quartiere, anche di grandi dimensioni, fatto di costruzioni ultra futuristiche. Naturalmente la condizione essenziale sta nello STACCO da porre tra i due stili, ossia tra quello di tipo rurale e quello "Lunare". Un ponte necessario che separi le due culture affinché non si elidano, come purtroppo accade oggi per i brutali accostamenti fatti dai Comuni irresponsabili.

E' sulla bellezza quindi che si deve scommettere. La bellezza da regalare non ai ricchi egoisti come è avvenuto finora, ma agli operai, che sono il motore del Pianeta. E' a loro che ci si deve inchinare, per lavargli i piedi come il Padrone dell'Universo li lavò ai suoi servi. E' questa la rivoluzione che tu Silvio, dovresti fare. E io non dubito che tu possa farla. Ma per te è più difficile. Troppe sono le persone con le quali dovresti combattere e le tue ricchezze non te lo permettono. Ecco allora il grande vantaggio di quel Walter che ha avuto la geniale idea di correre da solo e che giorno dopo giorno sta accorciando la distanza che vi separa. Certo lui potrebbe anche non vincere, però ha il vantaggio di essere nelle condizioni di fare quella rivoluzione che forse anche tu, in cuor tuo vorresti fare, ma non puoi...

Adriano Celentano




02/04/2008 18:37
 
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