00 15/06/2008 00:21
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Bud Graziano, 14/06/2008 12.17:




E' vero in parte. Il burbero ha avuto successo perchè rispecchiava quella tipologia di film che lo aveva portato alla grande notorietà da attore. E' stato costretto a farlo, ma è stato anche meglio così per noi che lo abbiamo visto con grande divertimento...

Non dimenticare però Jackpot del 1992. Fiasco di mega galattiche dimensioni... Quello è stato l'inglorioso capitolo ultimo al cinema. Non so perchè, ma dentro di me sono convinto che se avesse continuato a girare film sulla falsariga di Il burbero ecc., la sua filmografia sarebbe stata ben più ampia. Prima o poi il filone si sarebbe esaurito però invece che ricordare che interruppe la carriera con un fiasco come Jackpot tutti si sarebbero ricordati soprattutto di quanto ha divertito la gente, arricchiti da film particolari come Juppi Du ed il discusso e discutibile Joan lui. Invece Joan lui e Jackpot, onestamente poco riusciti, hanno dato risalto a questo aspetto in modo troppo esagerato, soprattutto da parte dei critici cinematografici...



Ok ti spiego un pò la storia di Jackpot...Celentano non riconosce quel film nella sua filmologia..se vai nel suo sito il film non appare. Adriano girò quel film per amicizia nei confronti del Regista Orfini, già dall'inizio disse che il film non era ben costruito e sarebbe stato un buco nell'acqua come fu..ma per amicizia lo girò lo stesso. Adriano ha interroto la carriera cinematografica senza nessun motivo. Comunque per curiosità ti lascio un intervista che celentano ha rilasciato su Jackpot:

E se fossi io la dinamite? "Gli sceneggiatori e il regista non mi hanno permesso di pensare" "Quelli che fanno opinione devono dare una risposta alle mille domande che l' evento ci impone Ma non si tratta di scoprire se il mio futuro di attore e' finito: dietro questo secco rifiuto della gente si nascondono ben altri motivi. A voi il resto e auguri, ragazzi!"
Come vedete, ragazzi, il destino mi obbliga a saltare da un primato all' altro. Il tonfo cinematografico di cui io sono protagonista non conosce eguali nella storia del cinema mondiale. Ma quel che e' piu' stupefacente, e' la rapidita' con la quale io riesco a passare, nel giro di poche ore, dal trionfo al piu' colossale degli insuccessi. E questo e' un dato che dovrebbe far riflettere i critici, non solo quelli della celluloide, che a mio parere con troppa facilita' si affrettano a pronosticare il mio futuro, ma gli intellettuali e quelli che fanno opinione, poiche' io credo che loro abbiano il dovere di dare una risposta alle mille domande che "l' evento" ci impone. Il gioco e' piu' serio di quel che pensate Una delle domande che io mi faccio, per esempio, e qui mi preoccupo piu' per i critici e gli intellettuali che per me, e' di sapere, nel mio prossimo lavoro, quali proporzioni potra' assumere il "contrario" di questo gigantesco insuccesso... Se e' vero che ad ogni misura corrisponde un peso non e' difficile immaginare lo scombussolamento che potrebbe provocare l' eventuale uscita di un mio nuovo film fra quelli che ora stanno festeggiando la mia caduta. Ma qui non si tratta di scoprire se il mio futuro di attore e' finito o no, si sa che tutte le cose, tranne "io", prima o poi hanno fine. Il problema piu' importante invece e' di capire che cosa e' accaduto nella mente della gente. Perche' cosi' determinata nel decretare un insuccesso a cosi' pochi passi di distanza da un successo come quello di "Svalutation"? Siamo sicuri che il messaggio l' abbia voluto mandare a me? E non che magari, sia pure inconsciamente, io e la gente abbiamo voluto mandare un messaggio a qualcun altro? Non potrebbe essere questo oggetto di studio per gli addetti al "sapere"? Se mi e' permesso dare un consiglio direi che la cosa non e' affatto da prendere sottogamba. Dietro questo secco rifiuto della gente si nascondono, secondo me, ben altri motivi che vanno al di la' della semplice considerazione di uno spettacolo. Quando l' incendio e' grosso, per spegnerlo si sa che bisogna usare la dinamite. E se fossi io la dinamite?... A guardare dai titoli sulle prime pagine dei giornali e con quale rilievo la stampa ha dato questa notizia, parrebbe proprio di si' . E allora sotto, ragazzi, perche' stavolta il gioco e' molto piu' serio di quel che pensate. Certo io piu' di tanto non posso aiutarvi. Il mio aiuto e' limitato al rapporto pubblico spettacolo, non perche' non voglio togliere a voi, lavoratori dell' opinione e della critica, il gusto di sbagliare... I tonfi potevano essere due Quindi cosa posso dirvi? Mai come stavolta voi critici avete ragione. Il film e' tutt' altro che bello, e se la gente non e' andata a vederlo significa che ci sono dei difetti. Ma il difetto piu' eclatante commesso dagli sceneggiatori, in primo luogo, e dal regista Orfini poi, e' stato quello, nonostante il mio contratto di ferro che prevedeva ogni cosa, di non permettermi di pensare. E qui e' d' obbligo un ringraziamento all' intellettuale che per la sua perspicacia e lungimiranza si unisce ai pochi che volando alto si distinguono dalla "massa intellettiva". Sto parlando del direttore di Raitre Angelo Guglielmi. Se anche lui avesse usato il metodo dei due giovani sceneggiatori e di Orfini i tonfi sarebbero stati due, perche' oltre a quello cinematografico ci sarebbe stato anche quello televisivo. Ma questa e' l' analisi meno importante. A voi il resto e auguri, ragazzi!