Il nucleare? Inevitabile...
Il costo delle bollette, quelle che pagano le famiglie e le imprese, per il 60% dipende dall’import di energia. Tant’è che un kwh in Italia costa il doppio che in tutti gli altri Paesi europei, là dove otto reattori nucleari lavorano solo per noi, per i nostri servizi e il benessere delle nostre case, per le nostre industrie che cercano la ripresa. Su questa linea si è mossa la premessa di Gianluca Vigne, past president dei Giovani industriali del Veneto, all’incontro organizzato dall’Associazione Liberal al centro diocesano sul "necessario ritorno all’energia nucleare". A dire la loro, con dati ufficiali alla mano, non i politici, ma gli scienziati: Franco Battaglia, docente di chimica industriale all’università di Modena, e Ugo Spezia, ingegnere nucleare segretario dell’associazione italiana nucleare. «Sarebbe un’inutilità se Belluno fosse coperta di tetti fotovoltaici che danno energia ma non potenza». Insieme ai mulini dell’eolico, bocciati quindi i pannelli solari: «Sono una disgrazia, perché dal tramondo all’alba non c’è il sole». Tra petrolio («bene oramai finito») e idroelettrico («che tra le fonti rinnovabili è da incentivare») pare che il nucleare dovrà essere declinato a forza nel futuro italiano. Spezia ha ricordato che ci sono 441 r=eattori in funzione nel mondo e molti in costruzione. E ha dimostrato che le ceneri-residuo della produzione di energia da carbone, riutilizzate nel cemento da costruzione e nell’asfalto su cui viaggiamo, sono molto più radioattive delle scorie dei reattori nucleari.
Fonte:
carta.ilgazzettino.it/MostraStoria.php?TokenStoria=1364519&Data=20110130&Cod...